Dalle regolamentazioni europee alle strategie industriali per la decarbonizzazione: come cambia il settore dei lubrificanti tra efficienza, innovazione e sostenibilità.
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Un contesto sempre più regolato e sostenibile
Negli ultimi anni, la crescente attenzione verso la sostenibilità ha portato all’adozione di normative sempre più stringenti in tema di emissioni di CO₂, con impatti diretti su diversi settori industriali, inclusa la produzione e l’utilizzo di lubrificanti.
Nel quadro del Green Deal Europeo, si inserisce il Regolamento (UE) 2019/1242, che stabilisce un target di riduzione del 15% delle emissioni per i veicoli pesanti entro il 2025. In parallelo, la proposta Euro 7 introduce limiti più severi non solo per i motori endotermici, ma anche per sistemi frenanti, pneumatici e componenti usurabili, con l’obiettivo di garantire basse emissioni lungo tutto il ciclo di vita del veicolo (fonte).
Queste direttive hanno spinto la filiera dei lubrificanti a ripensare processi, formulazioni e strategie per offrire soluzioni che siano allo stesso tempo performanti e sostenibili.
Conformità e innovazione: le risposte del settore
Per restare competitive e conformi alle nuove normative, le aziende stanno adottando un approccio sempre più proattivo e integrato. Alcuni degli orientamenti più diffusi includono:
- Lubrificanti a bassa viscosità, in grado di ridurre l’attrito nei sistemi meccanici e ottimizzare il consumo energetico. Secondo ATIEL, questa soluzione contribuisce direttamente alla riduzione delle emissioni di CO₂.
- Uso di basi rigenerate e bio-based, provenienti da fonti rinnovabili o da processi circolari. Una scelta che, come evidenziato da Shell, consente una riduzione concreta dell’impatto ambientale.
- Ottimizzazione dei cicli di cambio olio, resa possibile da formulazioni più stabili e da sistemi di monitoraggio evoluti. Ridurre la frequenza di sostituzione significa tagliare consumi, costi e impronta carbonica (fonte).
A queste si aggiungono iniziative legate alla digitalizzazione dei processi produttivi, che permettono di raccogliere dati in tempo reale e ottimizzare ogni fase del ciclo vita del prodotto, rendendo più semplice l’adeguamento agli standard normativi e ambientali.
Alcune aziende stanno anche puntando su certificazioni ambientali volontarie, come il sistema EcoVadis o la ISO 14064, che forniscono un quadro strutturato per monitorare e comunicare l’impatto delle emissioni. Questi strumenti diventano asset competitivi per i fornitori di lubrificanti industriali, soprattutto nei mercati internazionali più sensibili alla sostenibilità.
Lubrificanti come leva per la decarbonizzazione
I lubrificanti stanno assumendo un ruolo sempre più rilevante all’interno della transizione verso un’economia a basse emissioni. Alcuni esempi:
- Miglioramento dell’efficienza energetica: lubrificanti ad alte prestazioni contribuiscono a ridurre i consumi energetici e quindi le emissioni dirette. Uno studio di Lubrizol conferma come l’attrito ridotto porti a una riduzione immediata delle emissioni.
- Prolungamento della vita utile dei componenti: una lubrificazione corretta protegge gli impianti, limita l’usura e riduce la necessità di sostituzioni frequenti, come indicato da Petro Online.
- Applicazione in impianti rinnovabili: turbine eoliche e sistemi solari richiedono lubrificanti speciali per garantire efficienza e durata nel tempo. Secondo Precision Lubrication, questa nicchia è in forte crescita.
- Supporto a modelli di economia circolare: i lubrificanti rigenerati, se correttamente trattati, possono tornare a nuova vita senza compromettere la qualità, contribuendo a ridurre la dipendenza da materie prime fossili.
L’approccio di Iglom
In uno scenario in continua evoluzione, Iglom segue con attenzione le dinamiche normative e tecnologiche del settore. Pur operando su specifiche fornite dal Cliente, l’azienda contribuisce in maniera attiva alla qualità e alla sostenibilità dei processi attraverso:
- Controlli qualità rigorosi, per garantire la conformità ai parametri richiesti.
- Aggiornamento costante dei processi interni, per mantenere elevati standard di sicurezza, efficienza e tracciabilità.
- Collaborazione con i partner industriali, per contribuire alla costruzione di una filiera più pulita, affidabile e orientata al futuro.
- Monitoraggio continuo delle normative, per supportare una gestione responsabile e pronta ad affrontare i cambiamenti.